commenti-articoli-internet-proprietario-sito-non-ne-rispondeIl proprietario di un sito, blog o portale non può ritenersi responsabile per i commenti postati dai lettori, anche quando questi risultano particolarmente accesi o offensivi.

Lo afferma la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo con una recente sentenza (relativa al caso Magyar), secondo cui la responsabilità oggettiva in capo al titolare del sito sarebbe incompatibile con il diritto alla libertà di espressione sancito dall’articolo 10 della Convenzione dei diritti dell’Uomo.

Dunque, secondo i giudici di Lussemburgo la responsabilità del portale non può essere oggettiva, in quanto il principio di libertà di espressione si applicherebbe anche ai contenuti postati dagli utenti/lettori del sito, per i quali il proprietario non può rispondere, fermo restando il suo dovere a rispettare le responsabilità tipiche del suo ruolo di editore.

La corte, che – ricordiamo – si è pronunciata su un caso avvenuto in Ungheria, estendendo di fatto le implicazioni a tutti gli altri Stati Membri, Italia compresa, ha riconosciuto anche ai portali di informazione sul web il medesimo principio di libertà di stampa che vale per la tradizionale carta stampata.

E’ stata concessa una sorta di forma di attenuazione della responsabilità del proprietario in quanto l’informazione sul web, per sue caratteristiche intrinseche di velocità e dimensione di traffico, non sempre consente un intervento tempestivo ed efficace sui commenti di terzi. Anche qualora il contenuto fosse volgare, e dunque non coperto dalla libertà di stampa, la singola espressione non basterebbe, secondo la Corte, a valutare complessivamente l’esistenza di una fattispecie di reato di diffamazione.

In ogni caso, l’attività stessa del sito, mettendo a disposizione il proprio spazio per commenti e valutazioni dei lettori, rientra nell’ambito di una peculiarità giornalistica tutelata dal principio fissato da Strasburgo secondo cui non è possibile punire un giornalista per aver disseminato dichiarazioni di altri.

Anche l’assenza sulla piattaforma di un filtro di moderazione dei commenti, secondo la Corte, è irrilevante in quanto, anche la presenza del suddetto filtro non implicherebbe automaticamente l’assunzione di responsabilità da parte del proprietario del giornale web.

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